RISOLUZIONE EUROPEA – BENESSERE IN ETICHETTA: VOLONTARIO E NON DI FACCIATA

Il Parlamento Europeo ha approvato una relazione sul benessere degli animali in allevamento e in etichetta. Indirizzi per la Commissione, in vista della nuova legislazione e di sistemi volontari di etichettatura. Semplicità, scientificità e attenzione ai costi che ricadono sugli allevatori.

In etichetta, affermazioni tecnicamente definite per non trarre in inganno i consumatori. Imprese alimentari ancora prudenti.

La plenaria di Strasburgo ha analizzato uno studio del Servizio Ricerca dell’Europarlamento sul potenziale valore aggiunto derivante dall’introduzione, a livello di UE, di requisiti di etichettatura sul benessere degli animali.  Lo studio ha portato gli eurodeputati a concludere che “l’etichettatura può essere efficace solo se basata sulla scienza e di facile comprensione per i consumatori affinché siano in grado di compiere scelte consapevoli”. Inoltre, l’etichettatura potrà avere un impatto favorevole sul mercato europeo “solo se non avrà ulteriori implicazioni economiche per gli operatori”. In generale, non è del tutto chiaro l’impatto dei sistemi di etichettatura sul mercato alimentare europeo nè il grado di fiducia e di comprensione che i consumatori hanno delle pratiche relative al benessere degli animali.

La risoluzione approvata il 16 Febbraio 2022 dagli eurodeputati consegna alla Commissione Europea alcuni indirizzi legislativi per la futura riforma del benessere animale e per l’adozione di sistemi volontari di etichettatura.

Benessere animale non solo di facciata  Il Parlamento europeo si rivolge alla Commissione chiedendo di istituire un quadro UE in materia di etichettatura volontaria, “che dovrebbe contemplare tutti gli allevamenti e che includa e riconosca le caratteristiche specifiche di ciascuna specie, in modo da limitare il rischio di falsare la concorrenza nel mercato interno”. I disciplinari dovrebbero essere elaborati “sulla base di un approccio tecnicamente realistico e scientificamente valido, che tenga conto dei metodi di produzione in tutto il ciclo”. Dovrà esserci “un ritorno del valore ai produttori, in modo che siano stimolati dal mercato anche a migliorare il benessere animale.
Il Parlamento insiste affinché “il sistema di etichettatura sia basato su un insieme chiaro di riferimenti tecnici, con un utilizzo ben definito dei termini e delle affermazioni che possono essere impiegati in sede di commercializzazione, al fine di evitare che i consumatori siano tratti in inganno e che il benessere degli animali promosso sia solo di facciata”.

Imprese prudenti – L”interesse dei consumatori per la qualità dei prodotti alimentari acquistati e il benessere degli animali “non è mai stato così forte” – affermano i deputati- e i cittadini dell’UE “aspirano a poter compiere scelte maggiormente informate”. Tuttavia le imprese europee sono prudenti: “non sostengono pienamente la proposta di etichettatura obbligatoria”. Quella volontaria “sarà apprezzata sul mercato, in assenza di una differenziazione  in base alle caratteristiche di produzione”.

Certificazione – La risoluzione sottolinea che l’introduzione di una certificazione relativa al benessere degli animali richiede, a monte, norme armonizzate obbligatorie, elaborate in collaborazione con tutte le parti interessate e basate su indicatori scientifici chiari, unitamente a campagne di promozione su vasta scala e ad attività educative per informare i consumatori europei.

L’impegno degli allevatori –
 La plenaria prende atto che gli allevatori europei hanno compiuto progressi, apportando miglioramenti alle loro pratiche”. Adottando tecnologie di agricoltura intelligente per monitorare il benessere e la salute degli animali  si potrebbe migliorare ulteriormente la prevenzione delle malattie e l’attuazione delle norme per il benessere degli animali. Tuttavia gli allevatori hanno incontrato ostacoli di ordine tecnico, legislativo ed economico, il cui costo “non deve essere sostenuto soltanto dai produttori”.

Fondi PAC inutilizzati – La politica agricola comune (PAC) è uno degli strumenti normativi e finanziari che può servire da stimolo per migliorare la salute e il benessere degli animali. Tuttavia, Commissione gli Stati membri non hanno sfruttato appieno i fondi ai fini del benessere degli animali e milioni di euro per lo sviluppo rurale dell’UE, messi  a disposizione per migliorare il benessere degli animali “sono attualmente inutilizzati o scarsamente usati”.

Il benessere degli animali è quello degli allevatori – Il Parlamento afferma che “il benessere degli animali va di pari passo con il benessere degli allevatori e degli operatori agricoli e che occorre destinare a entrambi risorse adeguate nonché un maggiore sostegno pratico a livello di UE”.

Compartecipazione– Il  sistema alimentare europeo deve garantire un accesso a prodotti alimentari di qualità e a prezzi contenuti. Ai produttori “dovrebbe essere garantita una congrua parte del prezzo di prodotti alimentari conformi alla normativa dell’UE in materia di benessere degli animali”.

Distorsioni nella concorrenza – La legislazione in vigore è in parte obsoleta e non è al passo con le conoscenze relative alle specifiche esigenze degli animali in funzione della loro specie, dell’età, delle dimensioni e delle condizioni fisiche né con le conquiste scientifiche e i progressi tecnici compiuti nelle pratiche di allevamento. Considerando che affianco alle diverse normative nazionali coesiste la legislazione europea, il risultato è una frammentazione legislativa che genera incertezza giuridica sul mercato nazionale. “Tutti elementi che si ritiene abbiano causato distorsioni della concorrenza”.

Difesa dell’allevamento europeo – La risoluzione chiede alla Commissione di attuare una politica di difesa dell’allevamento europeo mediante un divieto di importazione in Europa di bestiame o carne che non rispetta le norme europee sul benessere degli animali.
L’allevamento industriale riveste un ruolo di primo piano nell’agricoltura dell’UE. Le aziende zootecniche europee danno lavoro a circa 4 milioni di persone (dipendenti e non dipendenti). il commercio di pesce all’interno dell’Unione rappresenta l’86 % del commercio totale all’interno e all’esterno dell’UE, per un valore di 20,6 miliardi di euro.

La qualità dei prodotti alimentari in relazione al benessere e alla salute degli animali svolge un ruolo importante nella strategia “Dal produttore al consumatore” (Farm to Fork).

Relazione di esecuzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022
(Benessere degli animali nelle aziende agricole)

Suini, PE: difficoltà e soluzioni per code e castrazione

Tratto da del 16 Febbraio 2022