SCOPERTO UN NUOVO SUPER POTERE DEI CANI: IL LORO NASO FREDDO E’ UN RILEVATORE DI CALORE?

Lo studio “Dogs can sense weak thermal radiation”, pubblicato su Scientific Reports da un team di ricercatori svedesi della Lunds universitet e ungheresi della Eötvös Loránd Tudományegyetem di Budapest ha scoperto un nuovo “superpotere” dei cani: con il loro naso umido e freddo possono sentire a distanza il calore corporeo di un altro animale o di un essere umano.

Uno degli autori dello studio, Ronald Kröger del Mammalian Rhinarium Group della Lunds universitet, fa notare che «Ci è voluto molto tempo per noi umani per scoprirlo, è da 15.000 anni che gli esseri umani e i cani hanno iniziato a vivere fianco a fianco sulla Terra e per tutto questo tempo siamo rimasti inconsapevoli di questa capacità del cane». Eppure è noto che i nasi dei cani sono pieni di terminazioni nervose : nelle loro cavità nasali hanno più di 100 milioni di recettori sensoriali rispetto ai 6 milioni degli esseri umani.

Normalmente, la bassa temperatura dei tessuti sembra compromettere la sensibilità sensoriale negli animali, con una notevole eccezione: i serpenti della sottofamiglia Crotalinae, chiamati pit vyper, che sembrano colpire più accuratamente le prede a sangue caldo quando i loro organi sensibili al calore — situati tra ciascun occhio e le narici — sono più freddi.  I serpenti velenosi sono più sensibili alle radiazioni termiche e i ricercatori avevano ipotizzato che il naso freddo dei cani potesse essere un rilevatore di calore. Il team di ricerca svedese/magiaro è riuscito a confermare la questa tesi grazie a due diverse ricerche.

I test comportamentali realizzati a Lund hanno permesso di scoprire che i cani a una distanza di 1,6 metri sono in grado di individuare una piccola superficie corporea calda rispetto a una superficie fredda della stessa dimensione. Dopo l’addestramento, i cani sono stati messi alla prova in un esperimento in doppio cieco: né loro né le persone che stavano conducendo il test sapevano fin dall’inizio quale oggetto fosse più caldo, dal momento che nulla li distingueva visivamente. Ma tutti i cani sono stati in grado di individuare l’oggetto più caldo, dimostrando di poter rilevare anche radiazioni termiche deboli. La principale autrice dello studio, la biologa Anna Bálint dell’università di Lund, ha detto a Gizmodo che «La temperatura dei corpi dei mammiferi che emettono la radiazione termica non è molto alta, a differenza del Sole per esempio. Per individuare il calore che si irradia dalle prede a sangue caldo, i cani avrebbero bisogno di sensori molto sensibili». Il problema è che tutte le altre parti del corpo di un cane sono coperte di pelliccia isolante, ad eccezione degli occhi, che però, come ha evidenziato su Gizmodo Kröger , «non sono adatti a ricevere radiazioni infrarosse, perché le strutture sensibili sono nascoste dietro uno spesso strato di tessuto».

I cani che hanno partecipato allo studio sono stati addestrati a trovare oggetti che irradiavano poco calore e il primo cane a partecipare ai test è stato Kevin, il golden retriever di Kröger che vive con lo scienziato dal 2012. Durante l’addestramento dei cani i ricercatori hanno sempre usato un sistema di premi, mai di penalità.

A Budapest, i ricercatori ungheresi hanno studiato l’attività cerebrale dei cani con la risonanza magnetica funzionale MRI del cervello di 13 cani da compagnia, arrivando alla conclusione che la parte del cervello del cane che si attiva con il caldo elabora le informazioni sensoriali provenienti dalla pelle, con un’alta probabilità che questi stimoli provengano dallo specchio nasale del cane e dalla struttura pelle del “tartufo”, il rinario. Infatti, La corteccia somatosensoriale sinistra nel cervello dei cani – che fornisce input dal naso, si è rivelata più sensibile agli oggetti che emettevano radiazioni termiche deboli rispetto agli oggetti neutri.

I ricercatori non sanno esattamente in che modo il rinario del cane converta l’energia in un segnale nervoso e non è chiaro se le capacità di rilevazione del calore siano particolarmente efficaci se la loro ipotetica preda è lontana. Gary Settles, un ingegnere meccanico della Pennsylvania State University che non ha partecipato allo studio è scettico e ha detto a  Science c di dubitare che «Il rinario del cane possa distinguere modelli di oggetti caldi e freddi a distanza». Ma secondo i ricercatori, «Lo studio è un altro pezzo di puzzle che spiega perché alcuni predatori, come i lupi, sono abili cacciatori. Oltre all’olfatto, alla vista e all’udito, con il loro naso freddo possono probabilmente identificare il calore corporeo della preda a distanza». Gli animali preda, da parte loro, trarrebbero vantaggio dal non emettere troppo calore, cosa che, secondo i ricercatori, potrebbe spiegare il perché della folta pelliccia degli agnelli.

Infatti, su distanze più brevi, percepire il calore che emana una preda potrebbe aiutare i cani a caccia anche se non possono utilizzare vista, olfatto o udito. Questa capacità ormai potrebbe essere non più molto importare per i cani domestici, ma il loro parente selvatico più vicino, il lupo, preda grossi animali a sangue caldo e i ricercatori fanno notare che «La capacità di rilevare le radiazioni dei corpi caldi sarebbe vantaggiosa per tali predatori».

Basandosi su questo nuovo “superpotere” dei cani, lo studio fornisce anche una guida su quali razze canine scegliere per la caccia e la ricerca di vittime di disastri, come ad esempio nelle valanghe o nei terremoti.

Kröger conclude: «Il naso del cane deve essere freddo per trovare un corpo umano caldo. I nostri risultati ci consentono di eliminare facilmente le razze che non riescono a raffreddare il naso a causa dell’allevamento intensivo. Quindi l’addestramento per la caccia e la ricerca può essere molto più efficace se non si utilizzano solo oggetti che odorano ma anche che irradiano calore».

Tratto da

del 05 Marzo 2020