Gli indirizzi PEC degli Ordini professionali stanno ricevendo in questi giorni una comunicazione a cura del Dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico (Direzione generale per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica) con la quale si ribadisce che la “pec al cittadino” (CEC-PAC) non assolve l’obbligo di PEC per il professionista iscritto all’Albo professionale.
La Federazione è già intervenuta in argomento (vedi Circolare n. 4/2012) invitando gli iscritti all’Albo a non confondere la CEC-PAC (Comunicazione Elettronica Certificata tra Pubblica Amministrazione e Cittadino) – attivabile gratuitamente da ogni cittadino – con lo strumento della PEC (Posta Elettronica Certificata).
Le caselle si differenziano infatti in maniera sostanziale: la PEC è un sistema di trasporto di documenti informatici che fornisce un riscontro certo, con valenza legale, dell’avvenuta consegna del messaggio al destinatario (come se fosse una vera e propria “raccomandata con ricevuta di ritorno”).
La CEC-PAC, invece è una modalità di Posta Certificata gratuita per il cittadino, che consente di dialogare esclusivamente con la Pubblica Amministrazione e non può essere utilizzata per comunicazioni tra aziende, professionisti o tra cittadini. La casella di CEC-PAC, quindi, può integrare una casella PEC, ma non sostituirla.
La nota pervenuta, nel ribadire che la CEC-PAC non è sufficiente al fine di rispettare l’obbligo di dotarsi di una casella PEC introdotto per i professionisti dal Decreto Legge 185/08, convertito nella Legge n.2 del 28/01/2009, informa che gli indirizzi di posta elettronica certificata costituiti in forma di CEC-PAC (pec al cittadino) verranno rifiutati e valutati inidonei alla formazione ed aggiornamento dell’indice INI-PEC.
Tratto dall’Ufficio Stampa della
del 20 Gennaio 2014
