IN GAZZETTA UFFICIALE PROROGATA L’ORDINANZA SU ESCHE E BOCCONI AVVELENATI

bocconi-avvelenati-escheIn attesa che la materia trovi disciplina normativa per via ordinaria con il Ddl Lorenzin, il Ministero della Salute proroga l’OM sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati.

Il fenomeno non cessa di costituire un pericolo per gli animali, la sanità pubblica e l’ambiente.

La presenza di veleni o di sostanze tossiche abbandonate nell’ambiente rappresenta un serio rischio per la popolazione umana, in particolare per i bambini, ed e’ causa di contaminazione ambientale. “Considerato il persistere degli avvelenamenti di animali domestici e selvatici, ivi comprese le specie in via d’estinzione, a causa di esche o bocconi avvelenati accidentalmente o intenzionalmente disseminati nell’ambiente”, il Ministero della Salute ha prorogato l’ OM 10 febbraio 2012, recante norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati.
La proroga è disposta con OM 14 gennaio 2014, pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

Tuttavia, l’adozione delle ordinanze ministeriali che si sono succedute dal 2008 fino all’ultima del 2012, ora mantenuta in vigore per effetto della proroga, ha reso possibile la raccolta di dati epidemiologici e un maggior controllo del fenomeno, “con significativa riduzione – è scritto nel provvedimento- dell’incidenza degli episodi di avvelenamento e, talora, con individuazione dei responsabili che sono stati perseguiti penalmente”.

Nelle more dell’emanazione di un’organica disciplina in materia – le cui premesse sono contenute nel DDL Lorenzin, al capitolo dedicato alla sicurezza veterinaria- l’efficacia dell’ordinanza 10 febbraio 2012 e’ prorogata di dodici mesi.

Secondo il recente rapporto di Legambiente, solo un Comune su due ha adottato (il 49% dei casi) regolamenti e/o ordinanze sindacali che vietano e sanzionano l’utilizzo di esche e bocconi avvelenati. Va molto meglio nelle grandi città (il 77% dei casi) che nelle medie (il 53% dei casi), mentre solo un Comune su tre delle piccole città lo ha fatto (il 32% dei casi).

Tratto da@nmviOggi Logo  del 04 Marzo 2014

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