I TRATTAMENTI ANTIPARASSITARI PER I BOVINI HANNO EFFETTI DEVASTANTI SULLA FAUNA SELVATICA

Lo studio ”Implications of Endectocide Residues on the Survival of Aphodiine Dung Beetles: A Meta‐Analysis”, pubblicato recentemente su Environmental Toxicology and Chemistry da un team di ricercatori britannici e canadesi ha sottolineato l’urgente necessità di trovare alternative ai vermicidi e ai prodotti antiectoparassitari ampiamente utilizzati sui bovini.

I ricercatori guidati da Domhnall Finch e Fiona Mathews della School of Life Sciences dell’università del Sussex hanno esaminato una serie di studi precedenti sull’impatto ambientale degli antielmintici, prodotti utilizzati ampiamente in tutto il mondo come sverminatori e agenti antiparassitari e hanno scoperto che, «In tutte le classi di farmaci, i prodotti stavano avendo un impatto devastante sugli scarabei stercorari, specie che sono elementi e prede vitali per un range di specie di pipistrelli e uccelli».

Lo studio ha anche scoperto che. prima di compromettere lo sviluppo delle loro larve, alcuni di questi prodotti attiravano i coleotteri adulti».

La Mathews ha sottolineato che «Comparandoli con i controlli, abbiamo scoperto che i campioni di sterco dei bovini trattati con questi prodotti avevano circa un terzo in meno di larve di scarabeo stercorario. Quel che è particolarmente preoccupante è che gli scarabei sembravano essere più attratti dallo sterco trattato ma, a causa della tossicità delle sostanze chimiche, le loro larve hanno scarsi tassi di sopravvivenza e devono affrontare uno sviluppo compromesso. Nel tempo, questo riduce il numero di scarabei stercorari, il che è una notizia preoccupante per una serie di specie di uccelli e pipistrelli, per i quali gli scarabei stercorari sono elementi chiave come prede. Molte di queste specie sono già elencate come vulnerabili, quindi qualsiasi calo della disponibilità di prede è una grave preoccupazione».

Gli scarabei stercorari vengono comunemente predati dal serotino comune (Eptesicus serotinus), vulnerabile all’estinzione per la nuova British Red List; il ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum, protetto dalla direttiva Ue per il suo cattivo stato di conservazione in tutta Europa; e i succiacapre (Caprimulgidae) e i gracchi (Pyrrhocorax Tunstall) protetti entrambi dal Wildlife and Countryside Act del 1981. Ai gracchi e è stato riconosciuto anche l’amber UK conservation status.

Lo studio, ha messo in luce «l’impatto particolarmente negativo sulle larve di scarabeo stercorario dei trattamenti pour-on, la forma di applicazione più comune» e ha anche rivelato che uno dei prodotti più utilizzati, l’agente antiparassitario Ivermectin, è estremamente tossico. I ricercatori evidenziano che «Questi trattamenti sono disponibili per l’acquisto nella maggior parte dei paesi dell’Ue senza il coinvolgimento di un veterinario» e aggiungono che «Sono necessarie ulteriori ricerche sugli altri tipi di trattamento e sui nuovi farmaci al fine di determinare gli effetti esatti di ciascuno».

Si tratta di risultati che arrivano al momento giusto: qualche mese fa il governo conservatore britannico ha annunciato che non avrebbe finanziato la continuazione degli higher-tier organic stewardship agreements in Inghilterra e questo significa che le aziende agricole che attualmente evitano l’utilizzo di insetticidi dovranno affrontare una scelta difficile per poter andare avanti.

Mathews ha spiegato che «Molti agricoltori stanno affrontando un gap nel loro reddito in quanto devono fare nuove applicazioni. Attenersi a un approccio insecticide-free potrebbe non essere economicamente attraente rispetto al passaggio a sistemi convenzionali in cui è normale l’utilizzo di routine di agenti antiparassitari. Una volta applicati, i residui possono rimanere nel terreno – colpendo una vasta gamma di invertebrati – per mesi. Alcune di queste aziende sono anche fondamentali per la fauna selvatica britannica, in particolare i pipistrelli rari, e l’introduzione di sostanze chimiche potrebbe davvero influenzare il loro numero, come dimostrato nel nostro studio».

Gli stessi scarabei stercorari forniscono importanti servizi ecosistemici agli agricoltori: assicurando che lo sterco venga eliminato rapidamente dal pascolo, aiutano a controllare le mosche parassite e consentono anche una rapida ricrescita dell’erba attraverso il ciclo dei nutrienti, l’aerazione del suolo e la rimozione dello sterco. Già dal 1975 è stato dimostrato che la presenza di scarabei stercorari riduce anche del 55 – 89% la prevalenza delle infezioni da nematodi bovini e nel 2015 un altro studio ha dimostrato che gli scarabei stercorari riducono del 58% i parassiti trasmessi dalle mosche. All’università del Sussex ricordano che «Nel solo Regno Unito, si stima che questi servizi superino i 350 milioni di sterline all’anno».

Finch conclude: «Gli scarabei stercorari sono una parte trascurata ma estremamente importante del nostro territorio. Gli studi hanno dimostrato che possono aiutare a ridurre la prevalenza delle infezioni da vermi nei bovini, il che è ironico se si considera che ora sono minacciati da prodotti chimici che essenzialmente fanno la stessa cosa. Mentre sono necessarie ulteriori ricerche per determinare gli effetti degli agenti più recenti, il nostro lavoro ha dimostrato chiaramente che le sostanze chimiche presenti nei trattamenti Pour-on hanno un impatto negativo di lunga durata. C’è un urgente bisogno di trovare alternative».

Tratto da

del 24 Marzo 2020