FALSI FORMAGGI ITALIANI AL SALONE INTERNAZIONALE DELL’ALIMENTAZIONE DI PARIGI

Ritirati dal Salon International de l’Alimentation di Parigi prodotti Made in Italy di origine statunitense.

È accaduto al SIAL di Parigi, importante evento fieristico tenutosi dal 21 al 25 ottobre, dove erano esposte false DOP italiane prodotte in realtà negli Stati Uniti.

Le irregolarità sono state scoperte tutte presso lo spazio della società austriaca Schreiber & Rupp Gmbh (padiglione 7, stand n°129), che esponeva Asiago, Pecorino romano e Parmigiano reggiano contraffatti.

L’Asiago contraffatto è prodotto dalla BelGioioso Cheese Incorporation, con sede a Green Bay, sulle sponde del lago Michigan, stato del Wisconsin. Scoperto il falso, i legali dell’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche hanno denunciato il fatto alla Direzione generale della Concorrenza, Consumo e Repressione frodi – l’autorità francese competente per la protezione delle Dop – ed hanno ottenuto il ritiro del prodotto dall’esposizione.

Ritirati anche il Romano cheese ed il Parmesan, prodotti dalla stessa BelGioioso, per aver indebitamente sfruttato le denominazioni riservate rispettivamente al Pecorino romano ed al Parmigiano reggiano.

Tutto questo mentre – quasi in contemporanea – la Cia-Confederazione italiana agricoltori presentava al Salone del gusto di Torino i nuovi 11 prodotti Dop e Igp italiani (1) che a breve potranno fregiarsi dei marchi di tutela europei, portando a 257 il numero complessivo di specialità “made in Italy” riconosciute e ribadendo un primato che attesta l’eccellenza delle nostre produzioni alimentari anche rispetto ai competitor più agguerriti.

Episodi come questi dimostrano però che ottenere il riconoscimento delle tipicità non è più sufficiente. I sequestri di prodotti alimentari sofisticati – ricordano le associazioni di categoria – superano in Italia il valore di un miliardo di euro l’anno, e le cifre delle truffe sono in costante aumento. Ma l’uso improprio delle denominazioni e dei marchi non arreca danno soltanto ai produttori, configurando anche un vero e proprio inganno per i consumatori: il potere evocativo del prodotto originale, infatti, è quasi sempre sfruttato per offrirne uno di qualità nettamente inferiore.

Per questo è ormai necessario il coinvolgimento sinergico di tutta la filiera – dal produttore al consumatore, passando attraverso trasformatori e distributori – al fine di ottenere al più presto la piena applicazione in tutta l’Ue dell’obbligo di tutela ex-officio prevista dal Pacchetto Qualità recentemente approvato dal Parlamento europeo. Ricordiamo infatti che tale norma impegna gli Stati membri a monitorare e a far rispettare, nei propri territori, le denominazioni protette di ogni Paese.

(1)-Gli 11 prodotti italiani in attesa del riconoscimento europeo: agnello del Centro Italia, focaccia di Recco col formaggio, maccheroni di Campofilone, mela del Friuli, melone mantovano, pasta di Gragnano, patata dell’Alto Viterbese, sale marino di Trapani, salame di Felino, salmerino del Trentino, trota del Trentino.


In cosa consiste il “Pacchetto qualità”

Il “Pacchetto qualità” consiste in un regolamento sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, che contiene novità di rilievo. Esso prevede, innanzitutto, l’accorpamento in un unico testo della disciplina dei sistemi di certificazione DOP, IGP e STG. Ricordiamo inoltre:

  • Lo snellimento delle procedure di registrazione DOP-IGP (riduzione da 12 a 6 mesi dei tempi per l’esame delle domande di registrazione).
  • L’attribuzione agli Stati membri dell’obbligo di mettere in atto ex-officio adeguate azioni amministrative e giuridiche al fine di prevenire o fermare l’uso improprio delle indicazioni DOP e IGP. In altre parole, gli Stati membri della Ue sono tenuti a monitorare e a far rispettare le denominazioni protette provenienti da altri Paesi.
  • Il mantenimento delle STG (in un primo tempo se ne ventilava la cancellazione), riservando però la denominazione ai soli prodotti trasformati e registrati con riserva del nome. Previsto un periodo transitorio per quelle senza riserva di nome (è il caso delle uniche STG italiane: “Mozzarella” e “Pizza napoletana”).
  • Il riconoscimento del ruolo dei Consorzi di tutela. Essi possono: contribuire ad assicurarsi che qualità, reputazione ed autenticità dei propri prodotti sia garantita sul mercato; adottare provvedimenti intesi a garantire protezione giuridica adeguata della DOP o IGP e dei diritti di proprietà intellettuale correlati; sviluppare attività di informazione e promozione verso i consumatori; sviluppare attività miranti a garantire la conformità dei prodotti al disciplinare di produzione; adottare provvedimenti volti a migliorare l’efficacia del regime; adottare misure per la valorizzazione dei prodotti; adottare provvedimenti volti a impedire o contrastare misure che sono o rischiano di essere svalorizzanti per l’immagine dei prodotti.

Infine, altre novità portate dal pubblicando regolamento saranno l’inserimento della cioccolata tra i prodotti di qualità, la possibilità di indicare in etichetta i cosiddetti “marchi di area”, la creazione dell’indicazione “prodotti di montagna”.

Tratto da ADICONSUM