EMERGENZA PROFUGHI LIBICI – RISCHI SANITARI PER MALATTIE RITENUTE “ESOTICHE”

L’emergenza profughi di provenienza dal Nord Africa “potrebbe rappresentare un rischio di introduzione di agenti eziologici altamente diffusivi”, con particolare riguardo all’afta epizootica.

La Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario ha informato i Servizi Veterinari regionali, gli Istituti Zooprofilattici, i Posti di Ispezione Frontalieri e gli Uffici per gli Adempimenti Comunitari, riguardo ai comportamenti che potrebbero essere maggiormente la causa di introduzione della malattia sul territorio nazionale.

A gennaio, infatti, la Libia aveva avviato la vaccinazione d’emergenza per la presenza di due focolai di afta, ma “in conseguenza della instabile situazione politica verificatasi successivamente e lo stato di guerra del Paese”, il Ministero rileva che “le misure di controllo della malattia adottate a gennaio non siano una priorità per la nazione e pertanto potrebbero essere disattese”.

Si rende pertanto necessario proteggere il patrimonio zootecnico nazionale e comunitario con la messa in atto di tutte le misure codificate dalla legislazione comunitaria con regolamento 206/2009 e dal decreto legislativo 274/2006.

I Servizi veterinari sono quindi invitati a mettere in atto, per quanto possibile, tutte le misure di salvaguardía e vigilanza legate al fenomeno migratorio umano ed in particolare:

– l’attivazione di una sorveglianza sui materiali a rischio (carni, prodotti lattiero caseari trasportati dai profughi e, ove il loro smaltimento in sicurezza;

– maggiore vigilanza nelle aree di arrivo e destinazione tenuto conto del patrimonio zootecnico sensibile locale e che, possibilmente, le persone non entrino in contatto con animali sensibili entro cinque giorni dallo sbarco;

– intensificare, la sorveglianza clinica sugli animali sensibili delle zone interessate dal fenomeno emergenziale, anche in considerazione che non è possibile escludere con certezza eventuali movimenti o trasferimenti non controllati di immigrati.

La nota ministeriale dispone l’adozione delle stesse misure, compatibilmente con la situazione umanitaria e logistica, presso i Centri di Accoglienza dei profughi e nelle successive destinazioni.

Dall’inizio dell’anno sono arrivati a Lampedusa 22mila immigrati: 2000 sono profughi provenienti dalla Libia, prevalentemente somali e eritrei. I restanti 20 mila sono tunisini e sono clandestini. Lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni nella conferenza stampa del 31 Marzo a Palazzo Chigi al termine del consiglio dei ministri in cui si è discusso anche dell’emergenza immigrati a Lampedusa e del piano di accoglienza che coinvolgerà anche gli enti locali.

Tratto da del 31/03/2011