PESTE SUINA AFRICANA – DISPONIBILE IL MATERIALE INFORMATIVO PER IL CONTROLLO NELLA REGIONE CAMPANIA

Peste suina africana (PSA)

Che cos’è? – La Peste suina africana (PSA) è una malattia virale. Il Virus è della famiglia Asfaviridae genere Asfivirus.

La Malattia è altamente contagiosa e spesso letale, che colpisce suini e cinghiali. Non è trasmissibile agli esseri umani.

È una malattia con un vasto potenziale di diffusione. Un’eventuale epidemia di PSA sul territorio nazionale potrebbe ripercuotersi pesantemente sul patrimonio zootecnico suino con danni ingenti sia per la salute animale (abbattimento obbligatorio degli animali malati e sospetti tali) che per il comparto produttivo suinicolo e sul commercio internazionale di animali vivi e dei loro prodotti (dai Paesi infetti è vietato commercializzare suini vivi e prodotti suinicoli).

La trasmissione – L’infezione può avvenire per contatto diretto con animali infetti, attraverso la puntura di vettori (zecche), per ingestione di carni o prodotti a base di carne di animali infetti (per es. scarti di cucina).

Come nella peste suina classica, il virus è estremamente resistente rimanendo attivo nelle carcasse per lunghi periodi.

La circolazione di animali infetti, i prodotti a base di carne di maiale contaminata e lo smaltimento illegale di carcasse sono le modalità più importanti per la diffusione della malattia.

I sintomi – I sintomi della peste suina africana sono sovrapponibili a quelli della peste suina classica e comprendono febbre, perdita di appetito, debolezza, aborti spontanei, emorragie interne.

Gli animali che superano la malattia possono restare portatori del virus per circa un anno, rappresentando un ruolo fondamentale per la persistenza del virus nelle aree endemiche e per la sua diffusione.

Diagnosi – Il virus della PSA è incapace di stimolare la formazione di anticorpi neutralizzanti. Questa caratteristica rappresenta l’ostacolo più importante alla preparazione di un vaccino, che attualmente non è disponibile in commercio.

I sintomi principali negli animali colpiti sono:

  • febbre

  • perdita di appetito

  • debolezza del treno posteriore con conseguente andatura incerta

  • difficoltà respiratorie e secrezione oculo-nasale

  • costipazione

  • aborti spontanei

  • emorragie interne

  • emorragie evidenti su orecchie e fianchi.

La presenza del virus nel sangue (viremia) dura dai 4 ai 5 giorni; il virus circola associato ad alcuni tipi di cellule del sangue, causando la sintomatologia che conduce inevitabilmente al decesso dell’animale, spesso in tempi rapidissimi.

Gli animali che superano la malattia possono restare portatori del virus per circa un anno, giocando dunque un ruolo fondamentale per la persistenza del virus nelle aree endemiche e per la sua trasmissione. Il virus è dotato di una buona resistenza in ambiente esterno e può rimanere vitale anche fino a 100 giorni sopravvivendo all’interno dei salumi per alcuni mesi o resistendo alle alte temperature. Nel sangue prelevato è rilevabile fino a 18 mesi.

La diagnosi – La diagnosi di malattia avviene tramite i seguenti  esami di laboratorio:

  • Immunofluorescenza,

  • AGID test,

  • Fissazione del Complemento,

  • PCR

  • ELISA.

Prevenzione – Al momento non esiste un vaccino per la Peste suina africana. Nei Paesi indenni la prevenzione dall’infezione si effettua attraverso il controllo dei prodotti importati e la sorveglianza sulle attività di smaltimento dei rifiuti di origine alimentare, inoltre, qualunque episodio di mortalità nel cinghiale rappresenta un caso sospetto e va segnalato.

L’OMS ha inserito la PSA nella lista delle malattie denunciabili: qualunque caso sospetto deve essere denunciato all’autorità competente. In caso di allevamenti infetti si attueranno così tutte le misure previste dal Regolamento di polizia veterinaria.


Nell’ambito dell’attività di formazione/informazione, mirata ad intensificare la sorveglianza passiva per la Peste Suina Africana, la Regione Campania, comunica che è stato pubblicato, in edizione Stampabile una Locandina che potrà essere affissa in tutti quei luoghi aperti al pubblico.

Questo materiale informativo, oltre a fornire indicazioni sulle procedure da attivare per segnalare il reperimento di carcasse di cinghiale nel territorio regionale, assume anche la funzione di divulgazione e di sensibilizzazione dei cittadini.

Da parte della Regione Campania, vi è la forte esigenza di rilevare al più presto l’eventuale ingresso della malattia sul territorio regionale.