PERCHÉ I VECCHI BARBAGIANNI NON DIVENTANO SORDI

barbagianni
Barbagianni (Tyto Alba)

I barbagianni (Tyto alba) mantengono il loro acutissimo senso dell’ udito anche quando sono molto vecchi. Prim gli scienziati avevano scoperto che anche gli storni hanno questa capacità, suggerendo che gli uccelli siano protetti dalla perdita dell’udito legata all’età e sono convinti che «Ulteriori informazioni sulle “orecchie senza età” di barbagianni, gufi e civette possono aiutare a sviluppare nuovi trattamenti per problemi dell’udito umano».

Infatti, dallo  studio ”Barn owls have ageless ears”  pubblicato su Royal Society Proceedings B  dal team Animal physiology and behaviour group del cluster di eccellenza  “Hearing4all” del Dipartimento di neuroscienze  della Fakultät für Medizin und Gesundheitswissenschaften dell’Universität Oldenburg, Oldenburg è emerso che I rapaci notturni sono  in grado di riparare naturalmente il danno all’orecchio interno.

Lo studio è stato condotto su 7 barbagianni in cattività e il principale autore, Georg Klump, conferma che i rapaci notturni mantengono il loro udito finissimo in età molto avanzata: «Gli uccelli possono riparare le loro orecchie come gl esseri umani possono riparare una ferita. Gli esseri umani non possono far ricrescere le cellule sensoriali delle orecchie, ma gli uccelli possono farlo».

I rapaci notturni sono stati addestrati a volare su un pertica per ricevere un premio alimentare in risposta ai suoni. Anche un vecchio barbagianni che ha raggiunto l’eccezionale età di 23 anni, non ha mostrato segni di perdita dell’udito legata all’età. In genere in natura i barbagianni vivono solo 3 o 4 anni e si affidano molto all’udito per cacciare di notte le loro prede.

Gli scienziati tedeschi dicono che «Sembra che, ad un certo punto dell’evoluzione, gli esseri umani abbiano perso queste capacità rigenerative. Come tutti i mammiferi, la gente soffre comunemente della perdita dell’udito in età avanzata. All’età di 65 anni, l’uomo può aspettarsi di perdere più di 30 dB in sensibilità alle alte frequenze».

Commentando lo studio su BBC News, Stefan Heller, della Stanford University School of medicine, ha detto che sono in corso studi per indagare le differenze tra uccelli e mammiferi: «Per utilizzare veramente queste conoscenze, dobbiamo condurre studi comparativi su uccelli e mammiferi che puntino a trovare le differenze nella capacità di rigenerazione, un argomento attivamente indagato da un certo numero di laboratori in tutto il mondo».

Tratto da

del 21 Settembre 2017