DOPO LA MORTE I GENI RIMANGONO ATTIVI E LE CELLULE CONTINUANO A FUNZIONARE

Rembrandt – Lezione di anatomia del dottor Tulp

Un team di ricerca internazionale guidato dal catalano Roderic Guigó, del Centre de Regulació Genòmica (Crg) di Barcellona e da Pedro Ferreira dell’Instituto de investigação e inovação em saúde dell’Universidade do Porto ha pubblicato su Nature Communications lo studio “The effects of death and post-mortem cold ischemia on human tissue transcriptomes” dimostra che le cellule continuano a funzionare anche dopo la morte di un individuo. i cambiamenti nell’espressione dei geni  di diversi tessuti potrebbero essere utilizzati per determinare il momento della morte di un individuo.

Infatti, i ricercatori portoghesi, spagnoli, brasiliani e statunitensi hanno scoperto che ci sono cambiamenti nell’ espressione dei geni che si attivano al momento della morte e che potrebbero essere utilizzati per capire quando esattamente è deceduto un individuo.  su  Nature Communications i ricercatori  suggeriscono che «Dopo l’analisi di alcuni tessuti come il polmone o la pelle, si potrebbe determinare con una considerevole precisione l’intervallo post mortem (il tempo trascorso dopo la morte) e questo potrebbe avere applicazioni nell’ analisi forense».

Al Crg di Barcellona spiegano che «Tutto è cominciato con il progetto GTEx, che punta a creare un database di riferimento e una banca dei tessuti per fare in modo che gli scienziati possano studiare quali varianti genomiche influenzano le attività dei geni tra i tessuti e la suscettibilità ad avere una malattia». Il GTEx è stato progettato per raccogliere quanti più campioni di tessuti possibile di un gran numerio di individui, per comprendere gli effetti causale dei geni e delle varianti. Guigó, coordinatore del programma di bioinformatica e genetica al Crg  e docente all’Universitat Pompeu Fabra, spiega che «I dati del GTEx ci permettono di rispondere a domande sulla variazione genetica e sui suoi effetti nell’espressione dei geni in un tessuto e tra vari tessuti. Tenendo conto che i campioni provengono da donatori morti, era importante verificare se ci sono cambiamenti nell’espressione genica che sono in relazione con la morte o con il tempo trascorso dopo la morte. In questo modo si potrebbero migliorare le previsioni sulle variazioni nei tessuti nella malattia».

All’ interno delle cellule del nostro corpo, la vita si svolge sotto la potente influenza dei nostri geni, comprendere la loro attività fornisce una visione esatta di ciò che sta facendo una singola cellula, tessuto o organo, in salute e nella malattia. I geni sono rinchiusi nel DNA presente nelle nostre cellule e quando questi sono accesi, viene prodotta una molecola rivelatrice chiamata trascrizione RNA. Alcuni RNA controllano direttamente i processi che avvengono nella cellula, Sono le trascrizioni dell’RNA che gli scienziati spesso misurano (analisi trascrittomica) quando vogliono sapere cosa sta succedendo nelle nostre cellule. «Ci si aspetterebbe che con la morte dell’individuo, ci sia una decadenza nell’attività dei geni»  ha detto Guigó  a BBC News.  Per comprendere i cambiamenti specifici di ogni tessuto dopo la morte di una persona, il team di Ferreira e Guigó ha studiato i dati del sequenziamento dell’RNA di oltre 7.000 campioni di 36 diversi tessuti corrispondenti a 540 individui del progetto  GTEx e gli scienziati dicono che «Il tempo trascorso dopo la morte ha un effetto sull’espressione dei geni e questo effetto varia da un tessuto all’altro».

Il team di ricerca ha ha utilizzato il sequenziamento dell’mRNA di nuova generazione su campioni post-mortem raccolti entro 24 ore dalla morte e su un sottogruppo di campioni di sangue raccolti da alcuni pazienti prima della morte e, quello che hanno scoperto era sorprendente: «Alla morte dell’individuo, c’è una reazione delle cellule, osserviamo alcuni percorsi, alcuni geni che vengono attivati ​​e questo significa che qualche tempo dopo la morte c’è ancora un’attività a livello di trascrizione».

I ricercatori hanno sviluppato un  modello per prevedere l’intervallo post mortem basato su questi cambiamenti nell’espressione di ogni tessuto attraverso tecniche di sequenziamento di ultima generazione.  Ferreira aggiunge: «Abbiamo visto che molti geni cambiano la loro espressione in un intervallo relativamente breve dopo la morte e in modo specifico per ogni tessuto. Questa informazione ci aiuta a comprendere meglio le variazioni e ci permette anche di identificare gli eventi di trascrizione che si innescano dopo la morte di un organismo».

I ricercatori stanno studiando studiano gli effetti di diverse co-variabili in un’analisi biologica e dicono che l loro modello «potrebbe essere ottimizzato per poter essere utilizzato in ambito forense insieme a un protocollo per la sua possibile implementazione nella patologia forense».

Tratto da del 14 Febbraio 2018