DECRETO DIRIGENZIALE DELLA REGIONE CAMPANIA: ALBO REGIONALE DEI VETERINARI AZIENDALI

Regione CampaniaLa Regione Campania istituisce, presso le ASL, l’ Albo dei “Veterinari Aziendali”. Requisiti, incompatibilità, compiti  e verifiche sulle attività del Veterinario Aziendale. Cancellazione in caso di inadempienze. Classificazione del rischio più favorevole per gli allevamenti. E’ il 4 provvedimento regionale, in assenza di “norme precise” nazionali.
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I Veterinari aziendali individuati, su base volontaria, dalle aziende zootecniche entreranno nell’ Albo dei Veterinari Aziendali istituito dalla Regione Campania. Lo prevede un decreto dirigenziale in corso di pubblicazione sul Bollettino Regionale, anticipato dall’Unità di Prevenzione e Sanità Pubblica Veterinaria alle ASL del territorio regionale. L’istituzione dell’Albo è volto all’attuazione di “sinergie efficaci con il Servizio Sanitario Regionale in materia di controllo delle malattie infettive, di benessere animale, di anagrafe animale, di farmacosorveglianza veterinaria e della sicurezza alimentare”.

Premettendo che “non sono ancora state individuate a livello nazionale norme precise in merito ai requisiti e alle competenze del Medico Veterinario aziendale delle aziende zootecniche”, la Regione guarda a questa figura come ad un “supporto dell’allevatore nell’assolvere gli adempimenti e soddisfare requisiti cogenti in materia di produzione primaria”. Il Veterinario Aziendale, inoltre, rappresenta “un interlocutore professionalmente qualificato per il servizio sanitario pubblico e un valore aggiunto in termini di sicurezza alimentare”. Per la Regione Campania, l’individuazione di un Veterinario Aziendale rappresenta “un elemento favorevole in virtù della consulenza professionale costante e qualificata”.

Modulistica e incompatibilità- – Il Veterinario aziendale potrà essere inserito nell’ Albo se libero professionista iscritto all’Ordine, operante “con continuità e sulla base di un formale contratto o convenzione per una o più aziende zootecniche in cui siano allevati animali destinati alla produzione di alimenti. Un modulo a cura dell’allevatore indicherà alla ASL di competenza territoriale il nominativo del Veterinario Aziendale di cui intende avvalersi. Un modulo a firma del Veterinario Aziendale designato confermerà alla medesima ASL di essere il consulente dell’allevamento di cui riporterà il codice aziendale, dichiarando di non avere incompatibilità o conflitto di interessi. Il Veterinario Aziendale sottoscriverà inoltre di non essere Specialista Ambulatoriale della ASL competente sull’azienda in cui eserciterà l’attività di consulenza professionale. E’ incompatibile con lo svolgimento delle funzioni di Veterinario Aziendale anche l’avere rapporti, di dipendenza o per conto, di organizzazioni di categoria, associazioni o imprese che forniscono all’allevamento di riferimento servizi, consulenze, materie prime, materiali e/o strumenti.

Compiti e responsabilità del Veterinario Aziendale- La delibera regionale attribuisce al Veterinario Aziendale funzioni di sorveglianza epidemiologica, fornitura all’allevatore di inforomazioni e assistenza per il conseguimento della qualifica sanitaria, il benessere animale e la salubrità dei mangimi e degli alimenti prodotti. Oltre al corretto impiego dei medicinali veterinari e ad attività di supporto documentale all’allevatore, il Veterinario Aziendale garantisce- fra l’altro- l’affidabilità delle dichiarazioni ICA sul Modello IV i trasporto degli animali al macello. Prevista inoltre la partecipazione del Veterinario Aziendale agli audit con il veterinario ufficiale per contribuire alla valutazione del livello di rischio per la salute pubblica e per gli animali dell’azienda oggetto d’analisi.

Verifiche sul Veterinario Aziendale e aggiornamento professionale- Le ASL e gli Ordini Provinciali programmano ed attuano “adeguate attività di verifica periodica sul corretto operato dei Veterinari Aziendali”. In caso di inadempienze, l’ASL provvede ad interrompere il rapporto fiduciario con il Medico Veterinario e a cancellarlo dall’Albo dei Veterinari Aziendali. L’Ordine provvede per quanto di competenza per l’eventuale violazione delle norme deontologiche. Le attività di aggiornamento dei Veterinari Aziendali sono svolte dagli Ordini provinciali.

Indicazioni operative per le ASL– In vista dell’operatività del GISA l’Unità di Prevenzione e Sanità Pubblica Veterinaria raccomanda di istituire un solo Albo su supporto cartaceo o preferibilmente elettronico per ogni ASL, centralizzandolo a livello Dipartimentale, con un operatore unico che lo implementi. Considerato che le competenze del Veterinario Aziendale “non investono in modo esclusivo una delle tre Aree funzionali dei Servizi Veterinari”, la nota raccomanda di individuare l’operatore unico “in modo collegiale”. Lo stesso operatore registrerà i dati dei Veterinari Aziendali nel GISA “quando il sistema sarà adeguato allo scopo”.
I Servizi Veterinari registreranno nel GISA i Veterinari Aziendali in associazione all’azienda/allevamento di competenza.

Categorizzazione del rischio- I Servizi Veterinari della ASL procedono ad una nuova classificazione di rischio dell’azienda zootecnica (inserendo il relativo punteggio “correttivo, favorevole” nella check list per la sorveglianza) che si avvale del Veterinario Aziendale.

Una nota del dirigente regionale Paolo Sarnelli invita i Servizi Veterinari delle ASL territoriali alla massima diffusione del provvedimento, informando i Medici Veterinari  iscritti all’Ordine provinciale di competenza, gli allevatori e le associazioni di categoria operanti sul territorio.

Il decreto nazionaleAnticipando la pubblicazione del provvedimento, la Fnovi “confida che quanto accaduto in Campania possa essere di stimolo alla definita emanazione, a livello nazionale, delle norme che disciplineranno i requisiti e le competenze del “Veterinario Aziendale” delle aziende zootecniche”.
Con il decreto dirigenziale della Regione Campania salgono a 4 i provvedimenti territoriali sul Veterinario Aziendale, dopo quelli di Lazio, Friuli Venezia Giulia e Bolzano, ciascuno secondo previsioni e modalità diverse e per certi versi difformi. Il decreto nazionale, da tempo  in lavorazione presso il Ministero della Salute, ha subito uno stop in seguito ai rilievi sollevati dalle associazioni agricole. Rilievi superati, in quanto implicitamente non coerenti con il principio della separatezza ribadito da una recente circolare del Mipaaf. Per il Ministero della Salute il blocco del decreto nazionale da parte delle organizzazioni agricole è stato imprudente“.
In base alla bozza di decreto nazionale, l’ elenco dei Medici Veterinari è nazionale e affidato alla Fnovi.

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Tratto da

@nmviOggi Logodel 23 Ottobre 2016